Caprino Veronese – 9 giugno 2021
Il Compianto sul Cristo Morto, gruppo scultoreo trecentesco appartenente al patrimonio artistico di Caprino, torna a «casa» oggi 9 giugno 2021. Il restauro condotto all’Opificio delle Pietre dure di Firenze si è concluso. e l’Amministrazione è pronta ad accoglierlo. Nel maggio 2020 era arrivato l’igrometro: un minuscolo dispositivo che serve a controllare il lavoro della macchina umidificatrice installata qualche mese prima nella stanza del Museo Civico dove il Compianto sarà esposto. In passato questo gruppo scultoreo, attribuito al veronese Maestro di Sant’Anastasia, ha avuto più collocazioni. Dapprima era sul retro dell’altare maggiore della chiesa del Santo Sepolcro nel cimitero del capoluogo. Poi, nel 1980, fu trasferito nel Museo Civico per ragioni di sicurezza. Vi rimase fino a novembre del 2013 quando fu portato a Firenze», nei laboratori dell’Opificio, accompagnato dalle restauratrici che, in questi sette anni, hanno prestato la loro opera e scienza alla scultura. Il lavoro ha richiesto tempi lunghissimi ma necessari: «Nei primi anni di restauro si sono fatti studi sul materiale, un calcare organogeno, e sui trattamenti conservativi applicabili e poi usati. Il materiale, di per sé molto fragile, si era ulteriormente indebolito dopo il terremoto del 2005». La seconda fase è quella appena terminata: «Si sono scansionati in tridimensione i lati inferiori delle statue, di cui è stata creata poi, per asportazione 3D, la base in materiale sintetico complementare a tali lati. Tale rinforzo servirà a posizionare correttamente le statue. Essendo di tonalità più chiara rispetto all’originale non creerà un “falso”». Vale anche per la parte posteriore della testa di Nicodemo, una delle figure con Giuseppe di Arimatea, due Pie donne, una forse Maria Maddalena, e Giovanni Evangelista: «La nuca, andata persa, è stata ricostruita per essere complementare al volto di Cristo conservatosi nei secoli. La ricostruzione farà riacquistare all’opera un aspetto più completo e simile all’originario splendore». Dunque nei primi tempi è stato fatto il restauro vero e proprio e poi si sono affrontate le questioni logistiche. Oggi l’opera torna finalmente a casa. L’attende una sala del nostro Museo Civico dove abbiamo montato un espositore color antracite. L’ambiente tiene conto delle necessità igrometriche del Compianto; il calcare organogeno ha bisogno di un grado di umidità relativa molto alto, tra il 70 e il 75 per cento, come dovrà verificare l’igrometro». L’espositore, debitamente illuminato, valorizzerà l’opera secondo un’idea espositiva condivisa tra Comitato Biblioteca-Museo, Soprintendenza di Verona, Opificio delle Pietre dure, Ufficio Tecnico di Caprino. Il gruppo scultoreo è di speciale pregio e forte impatto emotivo: «L’espressione del Cristo», «è un unicum nella storia dell’arte del Trecento e ha un grande valore storico-artistico e culturale». L’espressività del volto di Gesù evoca, in molti, L’Urlo, nome assegnato a una serie di famosi dipinti del pittore norvegese Edvard Munch che visse però secoli dopo, tra il 1893 e il 1910. C’è molta attesa per il grande ritorno: «Il Compianto riqualificherà l’intero Museo i cui orari di apertura, compatibilmente con l’evolversi dell’ emergenza Covid-19, saranno aumentati per valorizzare tutto quanto c’è nelle sue sale», evidenzia il sindaco Arduini che chiude: «Da tempo aspettiamo l’arrivo del Compianto sul Cristo Morto che ha richiesto un lungo restauro. Sarà un volano per il turismo caprinese e contribuirà a valorizzare il già apprezzato Palazzo Carlotti attraendo ulteriori amanti della cultura».
Caprino Veronese – 31 ottobre 2021
Il Compianto sul Cristo morto è tornato nella sua Caprino veronese. Dopo otto anni di restauro, all’opera attribuita al maestro di Sant’Anastasia è stata dedicata una cerimonia di inaugurazione ufficiale presso la sede municipale di Palazzo Carlotti, per restituire al pubblico, e al patrimonio artistico di Caprino, un’opera di grande valore storico.
IL RESTAURO
Il gruppo scultoreo proviene dalla Chiesa del Santo Sepolcro a Caprino Veronese. Da lì nel 1980 è stato trasferito, per ragioni di sicurezza, nel Museo civico di Villa Carlotti a Caprino. Il difficile restauro è avvenuto presso l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, Istituto dotato di autonomia speciale del ministero della Cultura. La Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Verona, Rovigo e Vicenza, ha segnalato la critica situazione conservativa del gruppo scultoreo al direttore dell’Opificio, allora Marco Ciatti, che ha accordato la disponibilità dell’Istituto a prendersi carico del complesso intervento di restauro. Le restauratrici del settore materiali lapidei dell’Opificio sono state impegnate fin dall’arrivo del gruppo scultoreo a Firenze, nel novembre 2013, nella pianificazione di una approfondita campagna diagnostica per lo studio del materiale costitutivo, delle tecniche artistiche e degli interventi pregressi. Per questo sono state attivate alcune collaborazioni con importanti centri di ricerca. Il complesso intervento di restauro che è seguito ha portato al recupero e alla stabilizzazione dello stato di conservazione del capolavoro scultoreo. Durante il lavoro è stato predisposto il rilievo tridimensionale delle parti inferiori delle sculture per recuperare le basi di appoggio perse, resecate, nel tempo. Le nuove basi, perfettamente giustapposte al materiale lapideo, sono state realizzate tramite fresatura a controllo numerico in poliuretano espanso PURBLOCK densità 550 da UNOCAD SRL e infine stuccate a tono. In ultimo, ma non ultimo per importanza, il servizio di Climatologia e Conservazione Preventiva dell’Opificio ha definito i parametri ambientali della nuova sede espositiva, determinanti per la conservazione del Compianto sul Cristo morto.